Le terme erano i bagni pubblici della città, frequentati separatamente da uomini e donne di ogni ceto (purchè liberi), per igiene personale e cura del corpo.
Le terme di Albintimilium furono costruite durante la seconda metà del I secolo d.C. nella parte ovest della città, raggiunsero l’apice tra il II e il III secolo e furono progressivamente abbandonate a partire dal V secolo.
L’acqua necessaria all’edificio proveniva da un acquedotto che attingeva dal torrente Seborrino, affluente del Nervia. Nell’ala ovest delle terme erano presenti due calidaria o piscine di acqua calda, che avevano un sistema di riscaldamento ad ipocausto.
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Gli scavi hanno infatti identificato due fornaci, i cosiddetti praefurnia, che scaldavano l’aria, che a propria volta, passava sotto al pavimento, sollevato dalle suspensurae, e risaliva lungo i muri, attraverso i tubuli, che scaldavano così gli ambienti. Le decorazioni interne erano caratterizzate da un ricco apparato con stucchi, mosaici e marmi policromi.
L’area del cosiddetto Mosaico di Arione, posta nelle immediate vicinanze e ancora visibile è costituita da due ambienti interpretati invece come frigidaria, piscine di acqua fredda: entrambi sono caratterizzati da una decorazione a mosaico. Quello superiore presenta al centro, tra pesci e creature marine, una figura che cavalca un animale acquatico, identificata dai primi scopritori con quella del poeta Arione, salvato da morte certa da un delfino. Oggi si tende a considerarla la rappresentazione di una Nereide, una sorta di ninfa marina.